Giovedì, 19 Aprile 2012 12:22

Convegno su Panikkar. Recensione all'evento

Scritto da  Gerardo

Centro Internazionale di studi sul Religioso Contemporaneo
Raimon Panikkar, filosofo del dialogo interculturale e interreligioso (14/4/2012).
Nel seguito, il comunicato stampa finale, alcune fotografie dell'evento e un cenno ai prossimi incontri.



Comunicato stampa finale

Nel decennale della presenza del Centro Internazionale di Studi sul Religioso Contemporaneo / CISRECO a San Gimignano, il CISRECO organizza una serie di incontri. Si è iniziato Sabato 14 Aprile 2012, con una intensissima giornata di studio su Raimon Panikkar, filosofo del dialogo interculturale e interreligioso. Non è stato un caso aver preso le mosse da Raimon Panikkar, personalità emblematica della cultura del Novecento, ma uomo del Terzo Millennio, tutto proiettato nella ricerca e nella costruzione di un futuro di un nuovo mondo possibile che superi le atroci contraddizioni proprie di quel mondo in cui egli ha operato da teologo, da filosofo, da indefesso propugnatore di pace.

Nell’introdurre i lavori, Arnaldo Nesti, direttore scientifico del CISRECO, ha fatto notare quale divario (per non dire abisso) c’è, oggi, fra la pratica religiosa ufficiale e la vita reale degli uomini, soprattutto nella gigantesca mutazione (termine caro a Panikkar che amava sostituirlo a quello più abusato e vuoto di “globalizzazione”) che sconvolge e mette in crisi il nostro pianeta. Opportuno quindi aver dedicato un approfondimento a un pensatore rivoluzionario e uomo tutto immerso nel religioso quale è stato Raimon Panikkar.

Maria Roberta Cappellini, socia fondatrice e Presidente del Centro Interculturale dedicato a Raimon Panikkar, ha fatto rilevare nel suo intervento e nella continua discussione che ha caratterizzato la Giornata, come Panikkar, nato da padre indiano di religione indù e da madre catalana di religione cattolica, ci abbia insegnato a “decostruire la nostra visione globale del mondo, azzerare i nostri pregiudizi, le nostre convinzioni e credenze monolitiche, i dogmatismi ufficiali sia confessionali che scientifici, propri della cultura occidentale, e reinventare le nostre posizioni filosofiche, attraversando le frontiere culturali per scoprire l’alterità, la diversità”.Insomma “ Per costruire un nuovo mito basato sul pluralismo, la pace e l’armonia abbiamo bisogno dell’intercultura, dell’interrelazione, del dialogo intra- inter-culturale”

Andrea Spini, docente dell’università di Firenze e vicedirettore del CISRECO, ha collocato la figura, il pensiero e l’opera del nostro nel contesto della crisi del pensiero filosofico del Novecento e nella critica radicale di certi suoi approdi. In modo originale rispetto a tale filone critico della civiltà occidentale, Panikkar “però non si limita a mostrarne le contraddizioni ma ne indica lucidamente – in anticipo su Latouche – la natura di “megamacchina” anonima contro la quale non occorre tanto una “ragione armata” ma una metànoia (conversione) individuale e collettiva”.

Paolo Calabrò, autore di un fondamentale studio sulla epistemologia di Raimon Panikkar dal titolo Le cose si toccano, edito da Biabasis nel 2011, si è soffermato, appunto, sugli snodi epistemologici del pensiero panikkariano. Fondamentale per Calabrò è la metafisica di Panikkar, curiosamente vicina alla teoria medievale della creatio continua, metafisica basata su un “convincimento ontologico fondamentale: la “cosa in sé” non esiste, perché le cose, a ben vedere, sono “fuori di sé”, nello spazio aperto delle relazioni reciproche”. Pensiero fervido con implicazioni rivoluzionarie in una conseguente prassi umana e sociale che Panikkar applicò fino in fondo.

Ma l’intervento centrale è stato quello di don Achille Rossi, personaggio straordinario dalle molte sfaccettature: parroco in un popoloso quartiere alla periferia di Città di castello, teologo, editore, educatore sul modello di don Lorenzo Milani, esperto principe del pensiero del filosofo francese Maurice Bellet, profondo conoscitore, amico e sodale di Raimon Panikkar, Achille Rossi si è soffermato soprattutto sulla Cristologia di Raimon Panikkar, riassumibile, per necessaria brevità in tre assunti fondamentali:
Per accostarsi al Cristo sono richiesti l'amore e l'intuizione mistica.
Per Panikkar Cristo è un mistico che sperimenta la sua unione con la Sorgente divina

Cristo perciò non è monopolio dei cristiani, ma appartiene a Dio.
Sta in queste brevi ma dense frasi la sostanza della pratica intra- e interreligiosa panikkariana. Ed è, a ben vedere, una plausibile risposta agli interrogativi posti in premessa alla Giornata da Arnaldo Nesti.


Gli incontri continueranno il 9 maggio con Raniero La Valle e il 28 maggio con Romano Luperini.



Giuseppe Picone, San Gimignano 18 aprile 2012







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